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Chiesa di San Francesco della Scarpa




Edificata nel 1239, al posto di una più antica dedicata a San Lorenzo Martire. Nella prima metà del XIV sec. fu realizzata la facciata in mattoni, di cui restano il rosone e tratti del coronamento orizzontale. La chiesa è a croce latina con unica navata e cinque profonde cappelle per lato.

A partire dal 1689 la chiesa fu completamente ristrutturata all’interno fino ad assumere lo stato attuale, in particolare la zona absidale fu ampliata in forma di croce greca, le strutture furono rinforzate per sostenere il peso della cupola e fu iniziato il rivestimento in pietra della facciata trecentesca, interrotta all’altezza della cornice marcapiano. La cupola presenta una calotta perfettamente emisferica di vaste dimensioni, è interamente affrescata con figure architettoniche in trompe l’oeil; dal lanternino piove una luce sapientemente dosata che sottolinea il monumentale altare marmoreo collocato al centro del transetto. Le dieci cappelle sono tutte finemente decorate con stucchi di pregiata fattura per lo più di maestranze lombarde, ricorrono i nomi di Giovan Battista Giani, di Gian Girolamo Rizza e di Michele Clerici. Le decorazioni pittoriche sono di Donato Teodoro nella Cappella dell’Immacolata Concezione (terza da sinistra partendo dall’ingresso), Ercole Graziani per le tre tele della Cappella di Santa Caterina Vigri da Bologna (seconda da sinistra), G.B. Spinelli per la preziosa tela, del 1650, conservata nella cappella della Nazione Veneziana (quinta da sinistra). La cappella di San Giuseppe, quarta sulla destra, è appartenuta alla famiglia dello storico della città di Chieti Girolamo Nicolino e conserva buone tele di scuola napoletana. Di assoluta qualità artistica si rivelano, anche all’occhio meno esperto, dei pannelli in stucco che ornano i bracci del transetto.

Il pulpito è opera dell’intagliatore orsognese Modesto Salvini del 1780. Il coro ligneo, distrutto da un incendio nel 1932, era opera dell’intagliatore chetino Felice D’Attilio che lo realizzò tra il 1767 e il 1770.

Nel 1890 la chiesa fu parzialmente restaurata a spese di Teresa de Horatiis; verso la fine del secolo la facciata fu modificata in seguito alle sistemazioni del Corso Marrucino che portarono al ribassamento del piano stradale, e venne costruita la scalinata a doppia rampa su disegno di Torquato Scaraviglia.

Nelle nicchie della facciata furono collocate due statue dei Santi Tommaso d’Aquino e Antonino da Firenze provenienti dalla demolita chiesa di San Domenico.


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