“In questi mesi stiamo facendo di tutto per fare in modo che il progetto di raddoppio della ferrovia passi nei nostri territori riducendo al minimo il suo impatto. Confrontandoci con il commissario di Rfi Vincenzo Macello abbiamo sperato di avere davanti un interlocutore in grado di condividere con le istituzioni locali le alternative possibili, lo speriamo ancora, anche se dopo tre mesi di incontri e confronti, non abbiamo ancora le certezze immaginate insieme ai cittadini”, i sindaci di Chieti, Diego Ferrara e di Manoppello, Giorgio De Luca, tornano a ribadire la contrarietà delle proprie comunità a un progetto: “che non contempli la variante Interporto che abbiamo chiesto sin dal primo momento”.
“Se così non accadesse, significherebbe vanificare un investimento complessivo di 720 milioni di euro, per realizzare alcuni lotti di un’opera che, forse, sarà conclusa nella sua interezza fra 20 o 30 anni: tutto per poter percorrere 157 chilometri di strade ferrate in poco più di due ore e alla media di 80 chilometri all’ora e con un costo sociale altissimo di depauperamento dei territori. Le istituzioni e le comunità – dice il primo cittadino di Manoppello Giorgio De Luca – sono stanche della tattica del bastone e della carota praticata in questi mesi di apparente concertazione da Rfi, anche in seno al Dibattito Pubblico. Riunioni in presenza, incontri online, sopralluoghi in cui abbiamo mostrato nero su bianco la grande mannaia rappresentata da un progetto insensato perché attraversa i centri abitati. Abbiamo ricordato la presenza di progetti alternativi, abbiamo proposto la Variante dei cittadini, ci siamo seduti con rispetto a tutti i tavoli, ma ora siamo stanchi. Rfi – ha aggiunto De Luca - non può presentare un nuovo progetto di Variante e nascondersi dietro ad un aumento sconsiderato dei costi di realizzazione per tornare, di fatto, all’ipotesi originaria! L’ultimo progetto in variante, presentatoci due giorni da Rfi, prevede quasi l’intero tratto in viadotto, ovvio che i costi lievitino. Ovvia dunque la bocciatura di un progetto così impattante. Il Comune di Manoppello, richiamandosi a quanto già detto dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, ha già contestato l’insostenibilità ambientale dell’opera di Rfi e continuerà a farlo. Le gravi conseguenze per i nostri territori sono dimostrabili e significative: dalla compromissione dell’assetto viario, alla violazione di vincoli urbanistici e paesistici ed in ultimo al depotenziamento dell’Interporto rispetto alle ingenti risorse già spese per la sua realizzazione. Torno a fare appello a tutti i parlamentari eletti in Abruzzo, aiutateci a fermare il raddoppio ferroviario in affiancamento. Il Comune di Manoppello ribadisce con convinzione il suo sì all’opera ma solo se in Variante Interporto”.
“Stiamo facendo davvero di tutto per concretizzare la variante – sottolinea il primo cittadino di Chieti, Diego Ferrara – come città capoluogo abbiamo fatto da motore a una sinergia istituzionale che non ha mai remato contro quest’opera, cercando alternative che avessero possibilità, facendo anche da mediatori con la comunità e la giusta rabbia maturata nelle famiglie e fra gli operatori commerciali ed economici che sarebbero costretti a lasciare case e attività qualora non ci fosse nessuno dei cambiamenti richiesti e sperati. Il nostro obiettivo è portare nella conferenza dei servizi, che si aprirà a breve per il primo lotto, un progetto sostenibile. Alla luce degli ultimi incontri avuti ieri con i tecnici del Dibattimento pubblico, siamo all’opera con tutte le nostre risorse tecniche per abbattere i costi e le rigidità che ci sono stati riferiti in merito alla variante che RFI ha elaborato sui nostri suggerimenti, il tutto per limitare un impatto che invece sarebbe durissimo, sia in termini di rapporti umani che economici, qualora la stazione appaltante rimanesse sulla posizione originaria. Il nostro auspicio ancora oggi, è vedere nascere un progetto che non faccia violenza a nessuno, né agli orizzonti di RFI, né alla comunità che dovrebbe trarne beneficio e di cui ogni Comune è rappresentante e voce”.
Nota del 2 aprile 2022.