Chieti, 10 agosto 2021 – Approda in Consiglio comunale la questione Aca e l’emergenza idrica che in questi giorni sta generando disagi su tutto il territorio cittadino, grazie all’interrogazione del gruppo consiliare La sinistra con Diego focalizzata su cinque punti relativi alla gestione, a cui ha risposto il sindaco Diego Ferrara, chiarendo diversi aspetti relativi anche agli interventi e alle istanze di cui si farà promotrice l’Amministrazione.
“Premetto che ho dovuto documentarmi non essendo al tempo della scelta del gestore amministratore di questo Comune, perché ero un consigliere di minoranza, che insieme agli altri colleghi disse un chiaro no al passaggio delle reti all’Aca – così il sindaco Diego Ferrara – Intanto, il Comune nel novembre e dicembre 2016, attraverso due delibere di Consiglio comunale, la n. 183 e la 197, accese dei mutui rispettivamente per 504.000 euro e 1.250.000 euro, risorse che venivano indirizzate con somma urgenza ad opere di risanamento della rete idrica. Se siano stati fatti questi lavori, non so, so però, che nel luglio 2017, il Consiglio comunale votò e decretò, con la nostra opposizione, il passaggio della gestione delle reti idriche all’Aca, trasferendo nello stesso momento nelle casse della società anche le somme sopra citate, in totale 1.754.000 euro, che si aggiungono a quei 500.000 euro l’anno circa che il Comune destinava alla manutenzione delle reti idriche. In merito agli interventi, nell’ultimo incontro avuto con Aca, datato 22 luglio scorso, abbiamo appurato dai vertici che la Spa avrebbe speso una somma pari a 3.000.000 di euro solo sul Comune di Chieti, per interventi sulla rete idrica ammalorata. Chiederemo una specifica puntuale per avere cognizione dell’importanza delle lavorazioni, ma anche degli effetti delle stesse, soprattutto a fronte della situazione di penuria ed emergenza che stiamo registrando in questi mesi. Non sappiamo e non abbiamo la competenza necessaria a stabilire dove finiscano queste perdite, così imponenti, come risulta dai rilievi tecnici svolti anche sul territorio, visto che non raggiungono le case e le utenze, a tal proposito gireremo ad Aca anche la richiesta di uno studio rispetto all’impatto della dispersione sulla solidità dei terreni, specie quelli a rischio idrogeologico per capire se ci sono correlazioni su cui il Comune deve esercitare ulteriori controlli. Non vogliamo ingaggiare un inutile braccio di ferro con Aca, ma è nostra intenzione risolvere, condividendo anche con altri enti una via per portare a soluzione manutenzioni, alternative e proposte”.
“Chiederemo anche all’Ersi, Ente regionale del servizio idrico integrato, che fra le sue funzioni ha proprio quella di controllo e verifica del lavoro dei gestori, di valutare se ci sono delle inadempienze nel servizio rispetto alle letture degli strumenti di misurazione, come detta il citato regolamento dell’utenza della stessa società incaricata – sottolineano il sindaco Ferrara e l’assessore all’Ambiente e transizione ecologica, Chiara Zappalorto - In merito alla scelta di passare il servizio ad Aca, è noto il nostro pensiero, esplicitato all’epoca in Consiglio comunale e risultante agli atti citati. Il Comune non può fare alcuna azione diretta, a parte quanto dispone l’articolo n. 153. Del Codice dell’Ambiente che prevede la possibilità di stimolare il controllo da parte dell’Ersi, oltre a chiedere alla Regione un piano di investimenti che sia risolutivo. Trasmetteremo all’Ersi anche tutte le segnalazioni che stiamo ricevendo dall’utenza perché vagli la rispondenza del servizio e l’efficacia delle azioni messe in campo dal gestore. Noi ritenevamo già all’epoca che fosse un errore l’affidamento, che tuttavia anche gli investimenti effettuati erano insufficienti, come dimostra la situazione attuale e che l’unica cosa che oggi ci resta da espletare è quella di sollecitare anche una riflessione della regione sull’opportunità di sollecitare investimenti sulle reti idriche anche in vista dei finanziamenti che arriveranno con il PNRR che dedica specifici capitoli allo scopo.
A fronte di tutto ciò e anche per evitare uno sgradevolissimo quanto inutile conflitto istituzionale che non è la risposta che la comunità che ogni giorno affronta difficoltà legate alla carenza idrica merita, riteniamo necessario avviare un confronto con la Regione. Siamo certi che il braccio di ferro fra enti non riporterà l’acqua nelle case dei cittadini e nelle attività di Chieti che hanno diritto ad averla e ben conoscendo il quadro della situazione ereditata, nonché le competenze e le adempienze del Comune, ci muoveremo perché si arrivi a un tavolo capace di affrontare e risolvere quello che ad oggi oltre a un’emergenza è un disservizio grave”.