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Amministrazione su Cittadella giudiziaria.


Pubblicato sab 18 gennaio 2025 alle 14:22

 “Deve stare in centro. Nessun blitz sul San Camillo, ubicazione e valore dell’edificio impongono un diverso utilizzo per il bene della città. Le istituzioni dialogano, noi lo abbiamo fatto”.

 

Chieti, 18 gennaio 2025 – “Nessun blitz sul San Camillo, che merita un utilizzo in linea con la sua storia, il suo valore e la vocazione espressa. In merito alla localizzazione della Cittadella giudiziaria, esistono progetti, interlocuzioni, opere e intese in cammino già dal 2021 per concentrare nel centro storico il Polo giudiziario: idee e atti condivisi con i ministeri e le istituzioni interessate, nonché con la città per evitare ulteriori spopolamenti. Sul progetto di Regione e Asl per il San Camillo non c’è stato alcun confronto, il Comune di Chieti, ente di governo del territorio, lo ha appreso dalla stampa, ma noi continuiamo a pensare che le istituzioni debbano interloquire per il bene della città, per questo invitiamo la Regione a confrontarsi sul nostro progetto”, atti alla mano l’Amministrazione nella mattinata di oggi ha ribadito motivazioni e percorso fatto fino a oggi sulla Cittadella. Erano presenti il sindaco Diego Ferrara, il presidente del Consiglio comunale Luigi Febo, l’assessora Alberta Giannini e, in rappresentanza della maggioranza, i consiglieri Valerio Giannini e Silvio Di Primio.

 

“Sulla cittadella ci sono due livelli di discussione, una politica e una tecnica, non ci sono contrapposizioni pregiudiziali tra me e il presidente Marsilio, anche se da tempo ribadisco che le istituzioni sovraordinate è bene inizino ad avere maggiori considerazione di enti locali e sindaci che meglio rappresentano il sentiment dei cittadini vivendoci a contatto – chiarisce il sindaco Diego Ferrara - . Nel 2021 presentammo per la prima volta al Ministero della Giustizia il nostro progetto modulabile, ubicato negli spazi di Piazza San Giustino e via Arniense. Ottenemmo un sopralluogo e almeno un paio di interlocuzioni dirette a Roma per illustrare l’elaborato e la sua possibilità di essere adeguato alle esigenze ministeriali, quindi è un progetto conosciuto a Roma e a cui abbiamo dato ampio risalto per condividerne i passi con la cittadinanza ogni volta che ci siamo mossi e ogni volta che si è svolto un tavolo istituzionale in merito, ce ne sono stati almeno tre. Il progetto del San Camillo, invece, lo abbiamo appreso dai giornali come una decisione già presa fra Asl, Regione e Ministero, nonostante i costi economici superiori per la sua realizzazione e quelli sociali conseguenti al decentramento di un’istituzione da sempre situata nel centro storico. Questo sì che si chiama blitz, per parafrasare le parole usate da Marsilio, peraltro né lui, né Schael mi hanno chiamato per parlare del San Camillo e così, affinché il Presidente si faccia un’idea precisa su ciò di cui parla, lo inviterò formalmente a fare un sopralluogo sia nell’area del San Camillo e sia in quella di via Arniense. Inoltre Marsilio parla di interlocuzioni con l’Ateneo per allocazioni di non so quali strutture universitarie nell’attuale Palazzo di Giustizia una volta svuotato, a me risulta che questi abboccamenti siano consistiti in un semplice pour parler con il Magnifico in occasione di una manifestazione pubblica a cui entrambi stavano partecipando, cosa ben diversa da un’intesa. È vero, invece, che noi stiamo interloquendo da mesi con l’Università per riportare qualcosa dell’Ateneo nel centro storico e abbiamo fondatissime ragioni per credere nella bontà del nostro progetto e nell’approssimazione di quello della Asl e della Regione, sia per le pressioni affinché si realizzi, sia perché è stato esplicato anche come un tentativo di ampliare i lavori del SS Annunziata: bene, ricordo al presidente che questi fondi non servono, perché sono già presenti nel progetto PNRR e dunque il sospetto che siano invece una toppa al buco milionario provocato dall’attuale manager Asl diventa una certezza”.

 

“Ribadendo il fatto che le istituzioni dovrebbero parlare per atti e non per video o esternazioni sui social, sono diversi quelli prodotti dall’Amministrazione che ha avviato il percorso sulla Cittadella giudiziaria in centro già dal 2021, quando abbiamo chiesto alla Prefettura che all’epoca conduceva un importante progetto di ottimizzazione dei fitti passivi, di mettere all’ordine del giorno il tema dell’accorpamento degli uffici giudiziari a Chieti, coinvolgendo tutti i soggetti di competenza, associazioni e istituzioni, per realizzare quello che allora si chiamava Polo della Giustizia – specifica il presidente del Consiglio Comunale Luigi Febo - . Mi meraviglia la rigidità del presidente della Regione sull’argomento, visto che per il ruolo che svolge dovrebbe sapere che il governo del territorio fa capo al Comune di Chieti che non può restare inascoltato con un progetto così importante per la città e il territorio. Non c’è blitz, perché in Consiglio arriverà un’istanza regolata da una legge urbanistica regionale, oltre che una proposta di delibera che approderà al voto dopo essere stata condivisa e votata favorevolmente in Commissione anche da partiti di centrodestra e su cui nessuno ha sollevato eccezioni. Si tratta di un atto semplice che peraltro rafforza il valore dell’immobile, un valore fondamentale per la città e per questo chiediamo alla Asl che ne rispetti la storia e la vocazione e lo valorizzi davvero. L’11 giugno del 2024, dopo riunioni con le istituzioni del territorio, abbiamo chiesto un incontro al Ministero di Grazia e giustizia per interloquire sul nostro progetto, com’è accaduto anche a ottobre scorso, con il coinvolgimento anche dell’Agenzia del Demanio. Tutto è stato fin qui svolto in modo coerente e trasparente, massimo rispetto per il ruolo che riconosciamo al Presidente Marsilio, al quale chiediamo che venga riconosciuta anche la sovranità degli enti che governano il territorio, come il Comune e i pronunciamenti di quelli che lo rappresentano, come il Consiglio comunale. Per queste ragioni siamo rimasti molto sorpresi del lavoro fatto invece dietro le quinte, con l’evidente intento di risolvere un problema alla Asl senza tenere invece a fuoco i temi della nostra città. Ubicare gli uffici giudiziari al San Camillo è una soluzione costosa e sconclusionata: per poter accedere al complesso si deve o attraversare la città o arrivarci dall’entroterra, perché è scollegato dal centro. Invece il nostro progetto oltre a essere più sostenibile, anche economicamente, è integrato alle infrastrutture per l’accesso e la sosta già avviate al terminal e al centro storico, lo peroriamo oltre che per la fattibilità, anche a tutela degli investimenti fatti, con il parcheggio in via di realizzazione e la rigenerazione del Terminal”.

 

“Mi trovo in netto disaccordo con il presidente Marsilio sulla sua presa di posizione relativa alla realizzazione della nuova cittadella della Giustizia presso il San Camillo – aggiunge il consigliere Valerio Giannini, titolare di un ordine del giorno sul recupero del San Camillo - . Premessa la personale massima attenzione per l'ex ospedale, testimoniata da un mio ordine del giorno presentato in consiglio comunale, ritengo che lo spostamento del Tribunale sia pura follia. Sullo stesso sono stati fatti ingenti investimenti ed in prospettiva individuate soluzioni concrete per il possibile allargamento, oltre che programmati lavori con il PNRR per nuovi parcheggi in quell'ottica. Svuotare ancora il centro sarebbe un suicidio e gettare polvere negli occhi con l'ipotesi di un subentro nella struttura di p.zza San Giustino dell'università, quando con il magnifico Rettore esiste già un dialogo aperto e costante con l'amministrazione, è alquanto fuorviante. La verità è che il destino del San Camillo non è interessato a nessuna amministrazione regionale, a prescindere dal colore politico, così come per la sanità teatina. Durante il covid si è preferito investire 30 milioni di euro per una nuova struttura nella città adriatica, quando sarebbe bastato molto meno per ristrutturare il San Camillo. La verità è che oggi ci si vuole liberare di un peso a bilancio per poi rinvestire solo in minima parte a Chieti ma soprattutto, invece, per farlo a Santa Maria Imbaro, riqualificando li una struttura sanitaria dove spostare servizi che sono oggi a Chieti. In tutto questo nessuno si è preso la briga di confrontarsi con la politica cittadina e ne è conferma che tranne i consiglieri di FDI e Teti, centro destra e centro sinistra, sono coesi nella difesa dell'attuale Tribunale”.

 

“Quello di Marsilio non è un intervento a gamba tesa, ma è proprio un’invasione di campo senza perché attuato senza nessun confronto – sottolinea il consigliere Silvio Di Primio - . L’unico fine è incamerare soldi per ridurre il deficit della Asl, dimenticando che la struttura è in abbandono dal 2007 ed è stata un’eccellenza per la cura della tubercolosi e di cardiochirurgia. Da quasi trent’anni tutto il complesso è andato in abbandono totale, con attrezzature e arredi, creando disservizi per tutto il territorio. Dimenticato pure dalla Asl nonostante il potenziale di utilizzo, ad esempio come residenza per anziani, ma non come polo giudiziario. Un valore che Regione e la Asl scoprono solo ora e che vorrebbero utilizzare nel modo sbagliato”.


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