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Prima nazionale a Chieti il 29 aprile di “E io ero Sandokan”, lo spettacolo ispirato alla figura dell'avvocato Galliano Magno che seguì il processo Matteotti


Pubblicato gio 24 aprile 2025 alle 15:32

Ferrara e Febo: “Un tributo alla giustizia e alla memoria democratica in occasione del centenario della morte del deputato e del cinquantesimo di quella del legale”


Chieti, 24 aprile 2025 -  Prima nazionale al Marrucino di Chieti per “E io ero Sandokan”, testo teatrale scritto da Mauro Morelli con la regia di Milo Vallone, dedicato alla figura dell’avvocato Pasquale Galliano Magno, che fu difensore di Velia Titta, vedova dell’onorevole Giacomo Matteotti, nel processo contro gli assassini del leader socialista che venne celebrato in città. Lo spettacolo, patrocinato dal Comune di Chieti, Presidenza del Consiglio, è a ingresso libero e gratuito, perché promosso in occasione del centenario del delitto Matteotti, del cinquantesimo della morte dell’avvocato e nei giorni di celebrazione del 25 aprile. I dettagli sono stati illustrati oggi dal sindaco Diego Ferrara, il Presidente del consiglio comunale Luigi Febo, il regista Milo Vallone, Mauro Morelli, autore dei testi.


“Abbiamo voluto fortemente questo spettacolo e abbiamo altrettanto fortemente voluto che fosse aperto alla città, con ingresso libero per sollecitare la memoria collettiva – così il sindaco Diego Ferrara e il Presidente del Consiglio comunale Luigi Febo, motore dell’iniziativa - . Un’occasione per incontrare la storia e restituire dignità e memoria a una figura centrale della nostra storia giudiziaria e civile. La memoria di Galliano Magno, così come quella di Giacomo Matteotti, richiamano l’urgenza della difesa dei valori democratici, sempre e comunque, soprattutto in un tempo in cui il bisogno di memoria condivisa e di pacificazione è più vivo che mai, oltre che necessario. Raccontando queste figure, combattiamo i tentativi di revisionismo di cose accadute che hanno cambiato e segnato profondamente la nostra storia di italiani. Il fatto che lo spettacolo si tenga al Teatro Marrucino, a pochi passi dal Tribunale dove si svolse il processo e che oggi custodisce aule intitolate a Matteotti e a Magno, ha un profondo valore simbolico per tutta la cittadinanza, per questo abbiamo voluto che fosse ad accesso libero, chiunque potrà assistere, dalle istituzioni che hanno risposto compatte sulla presenza, alla comunità, a cui è rivolta la storia e il messaggio di queste due figure forti e chiare della nostra storia contemporanea in un momento in cui si celebrano i valori della Resistenza e la storia della liberazione dal nazifascismo”.

 

“Lo spettacolo restituisce un ritratto intenso e autentico della vita e del pensiero di Galliano Magno, nel contesto delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della sua scomparsa (9 settembre 1974) e del centenario del delitto Matteotti (10 giugno 1924), nonché del processo che si svolse nella nostra città nel marzo 1926 – così il regista Milo Vallone - . Una narrazione teatrale arricchita dalla partecipazione di tredici attori straordinari e da una scenografia video interattiva, che intreccia rigore documentale e dimensione umana: poter raccontare questa storia dove è accaduta, è un’emozione che ci onora, per questo ringraziamo l’Amministrazione e la Presidenza del Consiglio comunale per aver voluto questo spettacolo, che racconta la vicenda della vita di questo speciale uomo, nativo di Orsogna, di cui fu il sindaco più giovane prima del fascismo e che divenne un riferimento durante e dopo il Ventennio, per i suoi valori pacifici e per il legame stretto con Matteotti. Chieti è sullo sfondo, perché qui si tenne il comizio di Matteotti nel 2024, l’incontro decisivo e doloroso fra Matteotti e Galliano Magno è avvenuto a Chieti e piazza Valignani, lo schiaffo che Galliano Magno prese avvenne a Chieti, in piazza Valignani. Un eroe tristemente minore, seppure straordinario, perché è riuscito a sopportare abusi e soprusi della dittatura fascista e a garantire un processo di pacificazione a guerra finita, come presidente del Comitato di liberazione nazionale di Pescara. Sandokan è una figura narrativa, un espediente che ci consente di raccontarlo attraverso la narrazione delle sue vicende che lui fa a sua nipote. Un racconto sicuramente biografico, sicuramente storico, ma grazie al testo di Mauro Morelli, anche profondamente romantico”.

 

“L’esigenza di raccontare Galliano Magno deriva dal fatto che era un uomo di pace, una figura di grande statura morale, pur segnato dalle persecuzioni del regime, che scelse la strada della riconciliazione e del dialogo in una fase delicata per la storia democratica del nostro Paese – così Mauro Morelli, avvocato e autore del testo - . In questo momento storico è necessario ribadire un messaggio di tale portata e incarnarlo nelle persone che, pur avendo i fucili puntati contro solo per desiderare la libertà, sono riuscite a volare più alto e ad evitare il clima di odio e malevolenza che rendeva tutti nemici. Questo è stato Galliano Magno, che nonostante le torture subite durante il fascismo, nel periodo successivo non ha promosso vendette, ha costruito un percorso di pace, com’era nella sua indole pacifica e moderata. Con il 25 aprile abbiamo liberato l’Italia dalla follia nazifascista e dall’odio dell’uomo sull’uomo anche grazie a questo avvocato di impatto incredibile, abruzzese, che ha operato a Chieti e vissuto sempre sul territorio, che scelse la via della pace, non della guerra, traducendo il vero spirito della resistenza. Oggi c’è bisogno di operatori di pace e di figure come quella di Magno. Pochi giorni fa ci ha lasciato un'altra importantissima figura in tal senso, il Papa, che ha concretizzato grandi ideali e messo in pratica una vera azione di pace”.

 

 

 


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