Chieti 7 aprile 2022 – L’annuncio è stato dato dalla sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali proprio ieri, in occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale dello sport: il governo si prepara a pubblicare un bando diretto alle associazioni sportive che stanno dando supporto agli atleti ucraini presenti in Italia a causa della guerra.
“Siamo molto lieti che un’iniziativa partita dal Comune di Chieti diventi una politica governativa a vantaggio dei giovani sportivi ucraini ospitati in Italia in questo speciale momento – così il sindaco Diego Ferrara, l’assessore allo Sport Manuel Pantalone e la consigliera Silvia Di Pasquale che ha ufficializzato la proposta in seno al Consiglio comunale – Abbiamo fatto nostro un appello nato in Consiglio, affinché i profughi, soprattutto i più giovani e quelli che in patria praticavano discipline sportive, agonistiche e non, potessero continuare a farle anche in Italia, dove sono approdati oggi come profughi. Così esattamente un mese fa, era il 7 marzo, abbiamo scritto alla ministra Dadone, chiedendole di riconoscere a questi giovani il diritto di poter proseguire la propria attività sportiva e dunque di sostenerla con contributi mirati, attraverso specifici tavoli istituzionali, il Coni e le Federazioni sportive nazionali, consentendo loro di continuare a cullare i propri sogni.
Così accadrà, ieri l’annuncio di un bando volto proprio a questo da parte della sottosegretaria Vezzali, è stata la migliore risposta che potessimo aspettarci. Siamo felici di essere stati ascoltati dalla ministra Dadone, che peraltro sarà presto nuovamente in città per iniziative che stiamo studiando insieme e fieri di aver dato il nostro piccolo contribuito a un’azione governativa di pace, qual è quella di non far infrangere i sogni di questi ragazzi, molti dei quali sono veri talenti dell’atletica. Riuscire a praticare anche in Italia le discipline amate è importante sia per il loro processo di integrazione in questo momento di passaggio nel nostro Paese, ma è anche un sostegno psicologico per chi si è salvato dalla guerra, ma ha padri, fratelli, parenti che sono rimasti sotto le bombe. Un tale aiuto inoltre solleva molte famiglie abruzzesi che hanno accolto ragazzi e molte madri e li stanno aiutando, a proprie spese, a recuperare una vita il più possibile normale, nonostante la situazione”.