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Recupero, sostenibilità, riscoperta: ecco i nuovi progetti per la città


Pubblicato mer 17 marzo 2021 alle 17:20

Amministrazione, Asp e Sovrintendenza: “Così tornerà a battere il cuore pulsante del centro storico della città”

Chieti, 17 marzo 2021 – Presentata stamane nella sala convegni del Palazzo ex Upim di Corso Marrucino la proposta di riqualificazione di una delle zone più centrali e storiche della città, in occasione del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”. Il Comune di Chieti parteciperà al bando dei ministeri Infrastrutture e Trasporti ed Economia e Finanze per il finanziamento di interventi ri riqualificazione e rigenerazione urbana per un importo pari a 15 milioni di euro che prevede il recupero e rifunzionalizzazione dell’ex Conservatorio delle Clarisse e del Conservatorio di S. Raffaele Arcangelo, che sarà adibito a foresteria e ad alloggi temporanei per utenza fragile; interventi sui sistemi infrastrutturali di connessione e interscambio modale con la realizzazione di un parcheggio multipiano ipogeo al di sotto di Piazza Garibaldi; la creazione di un parco pubblico sulla sua sommità e l’apertura alla città degli antichi orti murati dei conventi limitrofi. A illustrare lo studio di fattibilità gli elaborati sono stati il sindaco Diego Ferrara, il presidente del Consiglio Comunale Luigi Febo, gli assessori ai Lavori Pubblici Stefano Rispoli e Politiche della Casa Enrico Raimondi. Presenti anche la presidente del Cda dell’Azienda Pubblica Servizi alla Persona di Chieti, Sandra De Thomasis, partner dell’intervento che interessa immobili di proprietà dell’Asp e la soprintendente ad Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo, Rosaria Mencarelli. (in allegato i rendering)


   


“Di fronte a una grande occasione di intervento e rivitalizzazione in chiave sostenibile di un nucleo storico della città, ci presentiamo al bando con una sinergia istituzionale – così il sindaco Diego Ferrara – Chieti vuole essere un esempio virtuoso di come una città e tutte le parti positive di esse possono lavorare insieme per il benessere della comunità. Abbiamo fatto lavorare gli uffici perché Chieti potesse avere un’opportunità concreta per il futuro, ma visibile in breve tempo. L’interesse di questa Amministrazione è avviare un cambiamento tangibile nella vita della città, anche attraverso un’opera visibile, destinata a restare: auspichiamo che questa progettazione si concretizzi e rappresenti una nuova cura nei confronti della comunità e del territorio cittadino con il suo patrimonio storico, artistico e culturale”.

 

“L’accordo di accordo di partnerariato che l’Asp ha fatto con il Comune è un atto unico e importantissimo per noi e per la città – aggiunge la presidente Asp Sandra De Thomasis - Il complesso dell’Addolorata e il Conservatorio sono due ex Ipav che hanno fatto parte della storia di Chieti da oltre 150 anni. Questo accordo ricrea una reciprocità che è sempre stata presente e dunque ha un grandissimo valore perché ci restituisce un patrimonio artistico e immobiliare importante e anche culturale, che fa parte di Chieti. Lavorare insieme al Comune, che è il maggiore azionista di questa azienda di servizi alla persona, è essenziale, perché ci riconnette alla città e di questo ringrazio l’Amministrazione e i fautori di questa intesa”.

 

“Sono lieta che la Sovrintendenza partecipi all’avvio di questo – così la Sovrintendente Rosaria Mencarelli -  Il ruolo che avremo qualora il progetto ottenga i finanziamenti ministeriali, come speriamo, sarà di affiancamento perché i processi di tutela del patrimonio culturale sono molto densi in questa parte di città e non si possono attuare con mere autorizzazioni. Siamo pronti a una collaborazione positiva per arrivare a fini condivisi, mai come in questo caso importanti e in grado di costituire una svolta per una parte della città storica, oggetto di un recupero sostenibile che mette insieme welfare sociale e culturale e che migliorerà la qualità della vita dei cittadini e l’assetto di questo pezzo di territorio che ha bisogno di un nuovo pensiero e anche per la possibilità di attrarre abitanti non solo temporanei sul colle”.


 

“Il progetto nasce da una collaborazione vera per il bene della città – così il presidente del Consiglio comunale Luigi Febo -  L’idea è nata partendo da una zona cittadina che ha criticità importanti, per recuperare un tessuto urbano che ha avuto ruolo strategico di accoglienza nella storia, recuperando tutti i contenitori in disuso che nel tempo si sono andati svuotando e rovinando. È in sinergia con presenze vicine, come caserma Pierantoni in corso d’opera e l’ex ospedale che si sta ripopolando di funzioni, quindi era una necessità riorganizzare questi spazi e recuperare l’importanza di piazza Garibaldi come luogo centrale. L’impostazione è una lettura trasversale della riqualificazione per migliorare la vita dei cittadini e restituire centralità alla città che deve andare nel concreto, non solo dal punto di vista architettonico ma facendo dialogare sociale, cultura e restituirgli la centralità che meritano”.

 

“Nel progetto ci sono anche alloggi temporanei per persone in difficoltà oltre che spazi per dottorandi e questo apre anche a una futura collaborazione con l’Università per ritrovare l’immagine di una città accogliente che cerca risposte sul fronte abitativo ma in modo diverso rispetto al passato – spiega l’assessore alle Politiche della Casa Enrico Raimondi - Questa collaborazione ci ha inoltre consentito di risolvere contenziosi storici con l’Asp di Chieti e in fase di riequilibrio questa ritrovata intesa fa da base a una sinergia che ci permetterà di risolvere sia i problemi progettuali che quelli giudiziari che abbiamo ereditato”.

 

“Il progetto si basa su tre azioni chiave: recupero, riscoperta e sostenibilità – così l’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Rispoli -  Interveniamo qui perché vogliamo invertire la tendenza che negli ultimi 15 anni ha visto il centro storico perso circa 10.000 abitanti. Con il progetto la zona più colpita dallo spopolamento diventerà un nuovo nucleo di attrazione, il centro di una nuova visione della città con spazi verdi e abitati, capaci di restituire impulso a tutto il territorio teatino.  Recupero di spazi abbandonati, di edifici esistenti, immobili storici in condizioni drammatiche rispetto al consumo di suolo: grazie al partnerariato con l’Asp possiamo immaginare nuovi spazi di accoglienza per gli studenti, alloggi per sia per gli universitari che per i docenti che visitano la città per convegni e didattica. Riscoperta perché tornano vivi alcuni luoghi della città, come la via dei Conventi che collega piazza Garibaldi, ripensata per parcheggiare e stare nel verde urbano previsto, fino agli immobili del complesso SS Addolorata e S. Raffaele. Sostenibilità è quella a cui punta il progetto, perché abbiamo immaginato un parcheggio a due piani interrato, con stazione bike sharing e lockers per la città, che prevede una vera e propria riconversione di piazza Garibaldi con verde, arredo e piste ciclabili tutto intorno. All’interno degli edifici da riqualificare e riconvertire ci saranno alloggi temporanei per studenti, per coworking, nonché sale funzionali e appartamenti da destinare ad alloggi temporanei per la cittadinanza in difficoltà. Il progetto è concepito come volano polifunzionale del centro storico. Un lavoro in-house, degli uffici coordinati dal dirigente Paolo Intorbida, lo studio è stato redatto dall’architetto Maria Concetta Maiorino, l’Asp, inoltre, tramite la convenzione ci ha donato due progetti che già avevano pronti per gli edifici. A tutti va il nostro ringraziamento. Dopo la presentazione dello studio di fattibilità presentato al bando, avvenuta ieri, serviranno 60 giorni alla commissione ministeriale per esprimersi sul progetto, se accadrà gli uffici passeranno alla progettazione esecutiva e a tutti gli altri passi da compiere per attivare la realizzazione”.



 

 


Recupero, sostenibilità, riscoperta: ecco gli interventi previsti

Piazza Garibaldi - Via dei Sette Dolori - Orto murato di San Giovanni Battista

Conservatorio dell'Addolorata - Conservatorio di San Raffaele Arcangelo

Realizzazione di un parcheggio ipogeo multipiano e nuovo parco urbano presso piazza Garibaldi

Riqualificazione di via dei Sette Dolori e dell'Orto Murato di San Giovanni Battista.

 

Il progetto La Via dei Conventi prende vita da un’idea di rigenerazione di aree e spazi urbani già costruiti, che hanno una storia e devono ritrovare una funzione nel presente e nel futuro della città. L’occasione è quella del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”, finanziato dai ministeri Infrastrutture e Trasporti ed Economia e Finanze.

Valorizzazione e rivitalizzazione, all’insegna della sostenibilità e dell’ambiente con una dotazione di servizi e infrastrutture urbano-locali di nuova concezione, questo prevede la proposta progettuale con interventi per approdare al finanziamento di 15 milioni di euro, che si articola attraverso:

-        il recupero e rifunzionalizzazione dell’ex Conservatorio delle Clarisse e del Conservatorio di S. Raffaele Arcangelo, che sarà adibito a foresteria e ad alloggi temporanei per utenza fragile;

-        interventi sui sistemi infrastrutturali di connessione e interscambio modale con la realizzazione di un parcheggio multipiano ipogeo al di sotto di Piazza Garibaldi;

-        la creazione di un parco pubblico sulla sua sommità e l’apertura alla città degli antichi orti murati dei conventi limitrofi.

Nel segno delle politiche contemporanee di risparmio dei suoli e rigenerazione dei tessuti urbani esistenti, il progetto La via dei Conventi si configura come una scelta strategica per migliorare la qualità della vita urbana, rendendo attrattiva la zona nord-est di Chieti Alta. L’intera idea progettuale nasce, come esposto in precedenza, dall’analisi dei bisogni e della domanda abitativa dell’intera Area Metropolitana Chieti-Pescara, dove vive il 23% della popolazione abruzzese. In particolare è volta a favorire l’utilizzo degli immobili civili già costruiti a Chieti Alta evitando la richiesta di consumo di nuovo suolo. Nessuna colata di cemento, l’idea è quella di evitare consumo di suolo e di favorire un intervento pubblico che, grazie alla creazione di spazi e servizi adeguati, renda attrattivo vivere in una zona che negli anni si è spopolata, perdendo circa 10.000 abitanti. Un invito a tornare, modulato su nuovi e migliori connessioni, è imminente la realizzazione del collegamento meccanizzato tra Cheti Alta e il Polo Universitario e Ospedaliero dello Scalo, nonché l’ampliamento dei collegamenti rapidi (ascensori, scale mobili, tapis roulant) dai parcheggi di cintura, che individuano una prospettiva programmatica di lungo periodo, con chiari obiettivi di sviluppo, per quel che riguarda la mobilità sostenibile e l’interconnettività di area.

 

Il progetto si compone di interventi di auto-recupero di immobili pubblici abbandonati finalizzati ad una rifunzionalizzazione degli stessi, con creazione di verde pubblico vedendo, nella creazione della struttura polivalente nell’ex Convento delle Clarisse e la sede distaccata del S. Raffaele, una innovativa concezione di politiche di social housing che, nel concepire una evoluzione delle esperienze scandinave, rifiuti la concezione di strutture “ghetto”, e veda la coabitazione dei visiting researcher con ospiti fragili degli alloggi abitativi temporanei.

Una visione che coincide con le strategie della Regione Abruzzo, di destinazione specifica del patrimonio immobiliare attualmente inutilizzato (ex Convento Clarisse e Conservatorio di S. Raffaele) di proprietà di una delle ASP regionali, grazie al protocollo di intesa conseguente al progetto, che tornerà a dare destinazione contemporanea a luoghi che sono stati, per secoli, adibiti all’accoglienza, inutilizzati da anni e che, soprattutto nel caso dell’ex Convento delle Clarisse, rappresentano oggi una grave criticità per l’intera area, sia per i rischi di tenuta strutturale che per quelli di ordine igienico-sanitario. 


La via dei Conventi, rappresenta anche un’identificazione di una parte della città antica, storicamente caratterizzata dalla vocazione all’accoglienza e alla recettività, che ben si coniuga con una esigenza di riqualificazione urbanistica, sociale ed economica della città.  Una strategia che traduce azioni chiave distinte in tre specifici Ambiti di Intervento.

AMBITO A. Rigenerazione dello spazio della Piazza Garibaldi (attualmente destinata a parcheggio temporaneo di autoveicoli) con la realizzazione di:

1)     Parcheggio ipogeo di due livelli, con 200 posti auto (100 in più degli attuali), parte per abbonati e parte per sosta a ore, con piano ammezzato destinato alla nuova stazione di bike sharing, ricovero per mezzi di mobilità smart, minibox e lockers;

2)     Area verde attrezzata in copertura al posto della superficie attualmente usata come parcheggio, con anche aree multilivello a copertura delle uscite pedonali; 


3)     Sviluppo del percorso “le vie dei Conventi” con particolare attenzione all’accessibilità e visitabilità, con realizzazione di interventi infrastrutturali puntuali e inserimento di nuovo arredo urbano. Tale percorso permetterà:

- Facile interconnettività dell’intero abitato con il parcheggio in piazza Garibaldi, indispensabile per favorire la scelta abitativa all’interno di questa area del centro storico; 


-  Raggiungibilità diretta degli spazi di co-working dal nuovo parcheggio ipogeo contiguo alle vie di accesso alla città; 


- Integrazione, all’interno del percorso, di spazi verdi grazie alla riapertura e alla rigenerazione dei due orti murati degli antichi Conventi;

- Apertura alla possibilità di interazione nel verde, in modo completamente sicuro ed escluso al traffico, del complesso della Scuola Primaria di Porta S. Anna;

- Possibilità di accesso per i residenti del complesso RSA della ASP degli Istituti Riuniti, ai nuovi spazi verdi intesi anche come luogo di interazione sociale.

AMBITO B.Rigenerazione del complesso dell’Ex Convento delle Clarisse, ancora patrimonio ex Ipab (ora ASP) vuoto e abbandonato da decenni ed in condizioni critiche di degrado, attraverso la realizzazione di struttura multifunzionale che ospiterà:

-        Collegio di merito per dottorandi e post doc dell’Università d’Annunzio; 


-        Foresteria per visiting professor dell’Università d’Annunzio; 


-        Spazi di co-working per giovani fondatori di imprese innovative; 


-        Alloggi temporanei per popolazione in situazione di disagio e/o fragilità; 


-        Spazio aggregativo culturale multifunzionale. 


AMBITO C.  Ristrutturazione e adeguamento del Conservatorio di S. Raffaele Arcangelo, ancora patrimonio ex Ipab (ora ASP) non più in funzione da anni, attraverso la realizzazione di struttura multifunzionale che veda:

-        Collegio di merito per dottorandi e post doc dell’Università d’Annunzio (sede distaccata); 


-        Foresteria per visiting professor dell’Università d’Annunzio (sede distaccata); 


-        Spazi Laboratorio per imprese innovative (sede distaccata);

-        Alloggi temporanei per popolazione in situazione di disagio e/o fragilità (sede distaccata). 



IL CAMMINO.

Nel percorrere il medesimo itinerario di chi arrivava un tempo in città da est, le vie dei Conventi hanno, come naturale salotto d’ingresso, la Piazza Giuseppe Garibaldi, detta “La Villetta” in virtù della sua primigenia sistemazione (oggetto degli interventi ricompresi nell’Ambito A). Qui, nel 1888, prendeva forma l’attuale Caserma Spinucci, ove nel 1852 era stata realizzata la prima vera caserma di epoca moderna (“Stallone”) con

annesso il Casone Mazzella. La seicentesca Porta di Colle Minerva immetteva nell’omonimo quartiere la cui parte sopraelevata era alla destra del viandante. Dal 1802, assumerà il nome più comune di Porta Sant’Anna (da qui il nome della scuola primaria nominata nel progetto).

La Chiesa di San Giovanni Battista dei Cappuccini, confinante con il grande spazio aperto della “Villetta”, reca ancora sull’architrave bombato la scritta che la identifica: IOANNES EST NOMEN EIUS. Su espresso desiderio del Parlamento di Chieti, nel 1579 si trattò la questione della fondazione d’un convento per i Cappuccini, “di beneficio grande alla Città”, riconoscendo che “la vita sana ed esemplare dei suddetti frati sarebbe stata salutare per le anime dei cittadini”. Si stipulò invece un singolare accordo tra Cappuccini, Clarisse e Spirituali florensi. Ai Cappuccini si assegnava il Convento di Santa Chiara vecchio (attivo dal 1259), il quale diverrà appunto il San Giovanni Battista. Nel 1727 fu aggiunto il dormitorio dal guardiano frate Giambattista da Chieti (attuale luogo della RSA degli Istituti Riuniti citata nel progetto). Nel 1744, infine, essendo elevato il numero dei religiosi e degli studenti presenti, fu innalzata l’ala che dalla loggia guarda a settentrione. Lo splendido spazio dell’adiacente orto murato (oggetto di parte degli interventi del punto 4 con la creazione di spazio verde di fruizione sia per gli alunni della scuola che per gli ospiti della RSA) è ora occupato da superfetazioni che ospitano un locale lavanderia degli Istituti Riuniti di Assistenza “San Giovanni Battista”.

La Via dei Sette Dolori, in pochi passi dal San Giovanni, è un brevissimo sentiero che conduce all’imponente complesso dell’Addolorata o Ex Convento delle Clarisse (oggetto dell’intervento dell’Ambito B), abbandonato da decenni e con un tratto crollato di copertura; la struttura risale al 1736-1748, allorquando suor Maria Teresa de Philippis fondò dapprima il Monastero delle Vergini Serve di Santa Maria Addolorata e, in seguito, il Conservatorio dell’Addolorata per l’assistenza, l’educazione e il ricovero dei bisognosi; fu completato su mandato del Parlamento cittadino nel 1829 e nel 1859 fu realizzata la Chiesa conventuale.

Tra Via Arniense e Via delle Clarisse, quest’ultima parallela dell’incantevole Via Paradiso, sorge la bellissima Chiesa di Santa Chiara, assieme al convento che racchiude un magnifico chiostro, caserma dei Carabinieri fin dal 1869 e attuale sede del comando provinciale dei Carabinieri. Il Santa Chiara non offre soluzione di continuità alla Via dei Conventi proveniente dall’Addolorata; chiesa barocca ottimamente conservata, il cui altare maggiore nel 1754, fu dichiarato da Papa Benedetto XIV privilegiato, con beneficî spirituali estesi ai parenti e agli affini di primo e secondo grado delle monache, nonché ai benefattori di tempio e convento.

Piazza Malta (delle erbe) e Piazza Matteotti (Piano Sant’Angelo) collegate direttamente tra loro mediante le direttrici rettilinee di Via Mezzanotte e del Supportico Educandato, cingono e raccordano l’intera zona al restante tessuto connettivo urbano, facilmente raggiungibile pedonalmente in ogni sua meta.

Da Via dei Tintori, lungo piacevoli viottoli, si raggiunge velocemente Palazzo de Pasquale, registrato nel catasto onciario del 1754 quale tipica “casa palatiata” dell’epoca, di proprietà del barone Giuseppe Zambra, famiglia che dà il nome all’attuale sede della Soprintendenza archeologica di Chieti-Pescara, sita nelle

immediate adiacenze. Furono gli anni degli stucchi del piano nobile dell’edificio. Nel 1865 la proprietà passava ai De Pasquale. Ai piedi dello scalone v’è una cappella privata dedicata al Sacro Cuore. Recentemente ha ospitato uffici comunali e la sede della azienda pubblica comunale di servizi.

Da Palazzo de Pasquale, lungo Via Francesco e Luigi Vicoli, è possibile raggiungere in un minuto l’interessante complesso di Sant’Agata fondato dai Goti e intitolato alla loro patrona nazionale, menzionato dal Vescovo Teodorico I di Teate quale sede di uno xenodochium (secolo IX). La chiesa venne affiancata nel 1702 da un

conservatorio per ragazze educande, pericolanti e pericolate grazie ai Domenicani Chiavaldi Zoppi e Diodato de Angelis; nel Novecento divenne un convitto per fanciulle intitolato al SS. Rosario, per via del trasferimento della confraternita omonima. La casa religiosa ospitava uno studentato, di proprietà comunale. La parrocchia sarà trasferita al Sant’Agostino nel 1931. La chiesa è stata restaurata e riaperta nel 2014.

Dall’incantevole L.go Sant’Agata, si percorre Via Camillo de Nardis per arrivare allo storico baluardo della zona: la (ex) Caserma Pierantoni. Sin dall’Alto Medioevo, era il luogo della Chiesa di San Pietro con annesso hospitale, devoluto ai pubblici poteri dopo l’unità d’Italia. La sua enorme mole ospita diverse realtà dell’associazionismo locale; inoltre, v’è già un progetto finanziato per la realizzazione di uno studentato da 200 posti letto.

Separato solo da Via degli Agostiniani, sorge il complesso del Sant’Agostino risalente al 1300. Il chiostro è quello originario di forma quadrata, con loggia a terra ad archi acuti retti da pilastri esagonali e loggetta superiore ad archi a tutto sesto. La facciata fu realizzata nel 1751 ad opera dell'Arciconfraternita della Cintura. Il convento fu abbandonato nel 1866 e in seguito adibito a caserma militare fino al 1945. Dal 1931, la Chiesa è sede della Parrocchia di S. Agata in S. Agostino, oggi semplicemente Sant’Agostino.

Sempre lungo Via degli Agostiniani, resiste il complesso alloggiativo del San Raffaele (oggetto dell’intervento dell’Ambito C), oggi vuoto e abbandonato, impreziosito dalla Chiesa di Santa Maria della Pietà, datata al 1625 (detta poi di Santa Lucia, oggi di San Raffaele). Annessa al conservatorio omonimo, l’interno si presenta fortemente rimaneggiato nell’Ottocento. Custodisce, nel segreto, una pregevole Pietà e una interessante settecentesca pala d’altare, di scuola napoletana, raffigurante la Deposizione. Sulla strada si fa subito notare l’originale portalino in pietra restaurato di recente (con alle estremità laterali due originali mascheroni).  

 

 


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